{ITA} La sindrome dell’ovaio micropolicistico (PCOS) rappresenta il disordine endocrino più comune nelle donne in età fertile. Un accurato inquadramento diagnostico della sindrome risulta imprescindibile non solo per la sua elevata prevalenza, ma soprattutto per le complicanze a lungo termine e per l’impatto sulla qualità della vita della donna in tutte le fasce di età. Tuttavia, la diagnosi della PCOS continua a presentare criticità significative, inclusa la valutazione ecografica della morfologia ovarica policistica (PCOM), la cui rilevazione è soggetta a variabilità legata a protocolli, esperienza dell’operatore, allo strumento utilizzato e alle caratteristiche della paziente. In questo contesto, l’ormone anti-Mülleriano (AMH) emerge quale potenziale biomarcatore alternativo, offrendo un’opportunità per superare le limitazioni dell’ecografia. Le recenti linee guida internazionali basate sull’evidenza riconoscono, per la prima volta, il dosaggio dell’AMH quale criterio diagnostico sostitutivo per la valutazione della PCOM in alternativa all’esame ecografico. Le pazienti affette da PCOS presentano, infatti, livelli di AMH superiori rispetto ai controlli sani, in diretta correlazione con il numero di follicoli per ovaio. Nonostante il suo potenziale diagnostico, l’impiego clinico dell’AMH è però ancora limitato da diverse criticità, tra cui l’assenza di valori soglia universalmente riconosciuti, il kit utilizzato per la misurazione e la complessità della definizione di PCOS, influenzata da molteplici variabili [età, indice di massa corporea (BMI) e terapie ormonali]. In conclusione, l’AMH rappresenta un biomarcatore promettente per la diagnosi di PCOM nelle pazienti con PCOS, ma ulteriori studi sono necessari per definirne meglio il ruolo.
{ENG} Polycystic ovary syndrome (PCOS) is the most common endocrine disorder in women of reproductive age. An accurate diagnostic assessment of the syndrome is essential not only due to its high prevalence but also because of its long-term complications and impact on women’s quality of life across all age groups. However, the diagnosis of PCOS remains challenging, particularly in the evaluation of polycystic ovarian morphology (PCOM) via ultrasound, which is subject to variability related to protocols, operator experience, equipment used, and patient characteristics. In this context, anti-Müllerian hormone (AMH) has emerged as a potential alternative biomarker, offering an opportunity to overcome the limitations of ultrasound imaging. Recent evidence-based international guidelines have, for the first time, recognized AMH measurement as a diagnostic criterion for PCOM, providing an alternative to ultrasound assessment. Women with PCOS typically exhibit higher AMH levels than healthy controls, with a direct correlation to the number of follicles per ovary. However, despite its diagnostic potential, the clinical use of AMH remains limited by several challenges, including the lack of universally accepted cutoff values, variability in assay methods, and the complexity of PCOS diagnosis, which is influenced by multiple factors such as age, body mass index, and hormonal therapies. In conclusion, AMH represents a promising biomarker for PCOM diagnosis in PCOS patients, but further studies are needed to better define its role.