Editoriale

Procreazione Medicalmente Assistita, finalmente il riconoscimento

r-edwardsRobert Edwards, inventore della fecondazione assistita, premio Nobel 2010 per la medicina

Non è poi così scontato che i bravi o i “geniali” siano riconosciuti ed insigniti di un qualche riconoscimento prima che “trapassino”. In genere la situazione fa sì che si diventi Santi solo dopo che si è abbandonato questo mondo…  ma questa volta non è stato così. Questo premio Nobel non se lo è aggiudicato solo il Prof. Robert Edwards ma un poco tutti coloro che da vicino o da lontano hanno lavorato a capire il delicato e tremendamente complicato mondo del controllo della riproduzione umana.

Di fatto è una gran bella soddisfazione, almeno per me, vedere che la Ginecologia Endocrinologica ha finalmente riscosso anche se in modo indiretto un riconoscimento così importante. Certo è che le tecniche per la PMA contano molto ma dietro ad esse sta un logico e costante lavoro di “intelligence” endocrina che solo chi sa cosa sia la Ginecologia Endocrinologica può capire.

Ricordo ancora, più o meno 18 anni fa, quando un ordinario, ginecologo, dall’alto del suo pulpito, mi fece notare che le cose su cui lavoravo erano speculazioni fisiopatologche e non clinica, che gli ormoni contavano ma non più di tanto e che la Ginecologia si basava sui fatti come la pratica chirurgica o ostetrica, e poco su quella pseudo filosofica dei meccanismi ormonali. Ci rimasi un po’ male e non seppi reagire a tale osservazione. Ero forse ancora troppo rispettoso oltre che giovane. Oggi, finalmente, mi rendo conto che con questo premio si conferma che le speculazioni fisiopatologiche di ginecologia endocrinologica hanno fatto da corollario, assieme a tante altre di migliaia di colleghi, per il conseguimento di questo premio del Prof. Edwards.

Capire il mondo endocrino della donna è quindi di grande importanza, la ginecologia clinica non può fare a meno di questo, sia nella donna giovane che in  quella in peri o post menopausa.

Con questo ultimo numero del 2010 il nostro Bollettino vuole dedicarsi ad alcuni risvolti particolari dell’uso delle terapie estrogeniche e non. Il capitolo della distrofia dell’area vaginale è uno dei capitoli più sottovalutati e spesso poco considerati. Nel numero 3/2010 abbiamo proposto una mini review sulle distrofie vaginali e loro terapie ma in questo numero completiamo l’argomento discutendo a riguardo del problema distrofico vaginale nella paziente oncologica, spesso un problema clinico di non facile soluzione. Certo non possiamo pensare a terapie sistemiche per queste pazienti, ma piccole grandi soluzioni sono possibili e nella maggioranza dei casi con ottime risoluzioni. A questo proposito vi invito a scaricarvi (gratuitamente) dal sito della IMS (Int. Menopause Society) le raccomandazioni della IMS riguardo alla atrofia vaginale.

L’altra mini-review riguarda invece il problema della osteoporosi menopausale, non tanto pensando alla terapia ormonale, bensì alle nuove possibili soluzioni per agire direttamente sul metabolismo osseo per stimolarne il mantenimento e il suo irrobustimento. Non contano solo le classiche terapie estrogeniche e/o estro-progestiniche quando la massa ossea è veramente al limite del rischio serio di frattura nelle pazienti in menopausa. Nuove molecole e nuovi presidi terapeutici sono adesso disponibili per tamponare e lentamente migliorare la qualità dell’osso.

Per finire, permettetemelo, vorrei spendere due parole per un paio di eventi scientifici che si sono tenuti ai primi di Novembre scorso, ed esattamente il 16° Int. Congress della ISPOG (int Soc of Psychosomatic Obstetrics and Gynecology) ad il 2° Corso della ISGE Internazionale su Neuroendocrinology and Female reproduction.

Il Congresso ISPOG ha confermato quanto il mondo clinico sia ostetrico che ginecologico traggano beneficio dal conoscere le strade della psiche, del cervello, e dei suoi rapporti con gli organi e  quanto mai sia necessario che la cultura della psiche con tutti i suoi risvolti sia parte integrante dell’ostetricia e della ginecologia. Cervello e psiche parlano con gli organi in vario modo, sia con neurotrasmettitori che con ormoni, e questo il ginecologo deve saperlo e deve quindi anche usare l’intuizione e la psicologia per affrontare i problemi della donna.

Non a caso, nella stessa sede Veneziana, si è tenuto il 2° Corso della ISGE Internazionale su Neuroendocrinology and Female reproduction, un accostamento quanto mai appropriato tra il mondo neuroendocrino della ISGE con quello più controverso dell’interiore femminile della ISPOG. Il corso ha diplomato “Experts in Neuroendocrinology of Female reproduction” 50 specialisti ginecologici provenienti da tutto il mondo, che hanno seguito 3 giorni di lezioni sia teoriche che con casi clinici al fine di entrare meglio nel management clinico dei disturbi riproduttivi femmili.

Concludo questo editoriale dell’ultimo numero del 2010 del Bollettino con l’augurio di Buone Feste e di un ottimo 2011 a tutti voi. Sono certamente in anticipo ma averli in anticipo certamente non guasta!

Prof. Alessandro D. Genazzani

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