Arriva l’estate… e arriva la prova costume! è questo il grido che sembra riecheggiare nell’aria adesso che il sole la fa da padrone ed il mare (ma anche i monti) ci attendono per qualche giorno di meritato riposo.
Il problema del costume è puramente simbolico: il vero problema sono le “maniglie dell’amore”, quella parte di accumulo di adipe che si localizza tragicamente sui fianchi e che gli amici spiritosi ci afferrano sorridendo in modo malizioso dicendo “siamo un poco ingrassati, eh?”.
Non è certamente solo un problema di estetica. Già tante volte abbiamo detto e ridetto di quanto sia importante il controllo del peso ma mai come adesso le cose stanno prendendo un piega non bella. L’ISTAT segnala nel suo ultimo resoconto che il sovrappeso e l’obesità hanno un crescendo costante, sia tra gli adulti ma molto anche nei bambini e negli adolescenti. Quasi un problema sociale.
Che il problema sia serio è assolutamente vero, tanto è che l’incidenza della sindrome metabolica (1) e poi del diabete di tipo II è sempre in agguato, in specie nelle persone di mezza età, con abitudini di vita non contenute e controllate. Che fare quindi?
A molti di voi, in quanto ginecologi, verrebbe da rispondere che il problema non è propriamente della “nostra disciplina”, ma la realtà non è poi questa: la percentuale delle signore in sovrappeso o obese sia giovani che adulte o in menopausa che vengono da noi non appena hanno disturbi della sfera ginecologica o riproduttiva sono quasi il 40% del totale. Troppe quindi, potremmo fare qualcosa anche noi ginecologi, almeno potremmo cercare di farlo!
Anche da queste pagine, in precedenti occasioni abbiamo discusso del controllo del peso, della alimentazione e dell’attività fisica. Discutere e dare delle idee non sempre aiuta se non si entra nelle logiche dei fatti. Il punto è che il nostro modo di alimentarci si è altamente modificato nelle migliaia di anni che hanno visto la evoluzione della nostra specie (quella umana) dalla età paleolitica a quella attuale, moderna. Pur essendo evoluti, molto, abbiamo una biologia che ancora ragiona e lavora come nel 20mila avanti Cristo, cioè quando non si parlava di frigorifero, condizionatore d’aria o di supermercato. Trovare cibo era difficile e la spesa si faceva comminando o correndo per le steppe o praterie o paludi inseguendo animali grandi o piccoli che si opponevano con la fuga all’idea di essere uccisi e mangiati ! di fatto a quei tempi i nostri avi facevano molta attività fisica e ben poca alimentazione, ridotta nelle quantità ma certamente anche nella frequenza: probabile che si mangiasse 2-3 volte … alla settimana, e non 2-3 volte (o più) al giorno, come facciamo oggi!
Essendo, a quei tempi, molto alto l’impegno per trovare il cibo, ed essendo (il cibo) scarso, il nostro sistema biologico si è inventato un sistema con cui rapidissimamente accumula l’energia derivante del cibo digerito, e assai lentamente (e solo per necessità) lo dismette dalle riserve, ossia dai tessuti di accumulo come quello adiposo.
Se si presta un attimo di attenzione, in modo intuitivo e senza entrare nell’ambito dei complicati sistemi di regolazione metabolico-ormonale, ci viene chiaro come mai oggi siamo più o meno tutti con qualche kilo in più addosso: mangiamo di più di quanto dovremmo e mangiamo troppo per quanto poi consumiamo. Di fatto solo una minima percentuale di noi (circa il 15-20%) fa una attività fisica tale da utilizzare le scorte adipose accumulate: ne risulta che bruciando poco delle scorte il nostro peso tende sempre ad aumentare. Con l’avanzare dell’età poi le cose non si migliorano, il metabolismo diviene più lento, la fame resta uguale … e la frittata è fatta !
Che fare? che dire? lo stile di vita è la prima vera cura, anzi è l’unica prevenzione. E’ un inquadramento cerebrale, una regola che ci dovrebbe venire spontanea, anche se non facile da attuare per colpa delle mille tentazioni che ci circondano ! La fame e la sazietà sono controllate a livello centrale, dal cervello e dai suoi collegamenti con l’ipotalamo. Questo contiene centri di verifica sulla sazietà, fame, sete, e della riproduzione. Solo quando tutto è in buon equilibrio la riproduzione si realizza. Eccesso di peso al pari di difetto di peso sono negativamente registrati, e il mondo ormonale della riproduzione viene stoppato da un ipotalamo accortamente attivato. Ecco perché anche noi ginecologici dovremmo essere coinvolti!
So bene che è facile dirle queste cose ma che è assai difficile applicarle, però la cura di una buona alimentare è la vera unica cosa che mantiene e protegge non solo la capacità alla riproduzione ma anche dalla maggiore incidenza di danni alle funzioni biologiche del nostro organismo man mano che passa il tempo ed invecchiamo. Badate bene che non si è “vecchi” a 80 anni, il processo di invecchiamento inizia un tentino prima, a 33-35 anni. Purtroppo la nostra macchina biologica ancora non ha resettato il concetto che la vita media, oggi, supera i 45-55 anni di durata media, grazie alla abbondanza del cibo, del modo di conservarlo e della medicina che ci cura quasi da ogni male. In pratica sopravviviamo a dispetto della nostra biologia. E’ assolutamente bello e positivo che questo accada, ma noi umani non capiamo che dobbiamo avere cura di noi stessi, del nostro essere biologico e della nostra macchina fatta di organi che lavorano l’uno legato alla vitalità e funzionalità dell’altro.
Non curare attenzione sufficiente alla alimentazione e alla qualità (non alla quantità soltanto) del cibo, predispone a eccessi di peso che agevolano le malattie sistemiche come il diabete, alterazioni cardio vascolari (infarto, ipertensione), lesioni ossee per troppo peso, alterazioni del tono dell’umore fino alla depressione. E il basso peso non è certo migliore: l’anoressia produce danni simili, per carenza ovviamente, con lesioni organiche sugli stessi organi ed apparati per mancanza “di pezzi di ricambio” per la loro manutenzione.
Questo disastro nello stile di vita è purtroppo frutto del nostro tempo, del nostro mondo civilizzato e poco disposto a farci ricordare che siamo complesse e delicate macchine biologiche. Corriamo sempre, ma non con i piedi, andiamo ovunque, ma sempre in auto o moto, mai a piedi, mangiamo di tutto ma non guardiamo quasi mai con cosa è fatto il nostro cibo.
Il nostro organismo fa quel che può, si difende, ma non può che capitolare ammalandosi quando le cose sono protratte in questo modo per anni.
Che fare allora? domanda da 1 milione di euro ! la risposta non è difficile. Dobbiamo mangiare meglio certamente, le diete servono ma devono essere abbinate ad una pur modesta ma costante attività fisica. Curare l’alimentazione è necessario ma si deve sempre prestare attenzione a come farlo. Esistono migliaia di diete, la Ducan, la ipotroteica, la iperproteica, quella delle patate, e così via. Recentemente ho avuto modo di valutare i risultati ottenuti usando le diete di tipo macrobiotico denominate Ma-Pi. Provengono dal mondo macrobiotico e propongono uno stile alimentare ricco di vegetali (ben proporzionati tra loro), con un giusto equilibrio tra proteine vegetali ed animali. Il target di queste diete Ma-Pi è di riportare l’equilibrio nel metabolismo del nostro organismo, ristabilendo il giusti rapporti biologici di acidità e alcalinità, con attenzione particolare alle funzioni intestinali e a microambiente della flora intestinale, alle esigenze biologiche. Inizialmente avevo pensato che potesse essere una delle tante solite diete, tanta teoria ma poca evidenza clinica, ma non è stato così. Ho scoperto che la scienza se ne è occupata, in specie ovviamente il mondo del dismetabolismo e della endocrinologia.
Il termine Ma-Pi deriva dello studioso che le ha elaborate, cioè Mario Pianesi. Passione e curiosità lo hanno portato a collaborare con alcuni centri di Diabetologia e a produrre alcuni lavori di rilievo sul diabete e sul suo miglioramento clinico con le attenzioni alimentari e le diete Ma-Pi appunto (2, 3). Certamente non è la dieta Ma-Pi la soluzione definitiva ma è un importante dimostrazione di come l’attenzione alimentare possa migliorare una patologia metabolica come il diabete di tipo 2 permettendo anche la riduzione dei dosaggi farmacologici e prevenendo in molti pazienti il diabete conclamato (2, 3).
Leggendo questi lavori mi è saltato alla mente che spesso ci dimentichiamo da dove veniamo ma più che altro chi eravamo: uomini del paleolitico, abituati a mangiare poco, in genere molti vegetali, obbligati a camminare e spesso a correre molto. Le diete Ma-Pi, che sono 5, sono concettualmente pensate per intervenire sulle esigenze del metabolismo in modo radicale. La più ristretta è la 1, la più permissiva è la 5, con tutte le forme intermedie dalla 2 alla 4. Sostanzialmente il principio è orientare la dieta come se fosse un “farmaco” biologico che non caricando troppo la capacità di elaborazione digestiva e poi metabolica dell’organismo impedisce che questo ne subisca conseguenze negative su ogni organo. Di fatto si introduce elementi semplici, molto digeribili, facili da usare, e tutti utili per l’organismo. Essendo le diete assai ricche di vegetali, saziano, la funzione metabolica è alleggerita, quelle digestive-metaboliche sono semplificate, e l’organismo ne trae i suoi vantaggi.
Ovviamente ci vuole logica e attenzione per tutto, anche per questo approccio macrobiotico Ma-Pi, ma ho avuto modo di apprezzare i benefici di questo stile dietologico in alcune pazienti obese, iperglicemiche, con familiarità al diabete che sono uscite dal tunnel del rischio della malattia imparando a mangiare col sistema Ma-Pi. Non sono certo un “macrobiotico”, amo la bistecca alla fiorentina, ma sono aperto e sempre interessato a migliorare le mie capacità cliniche, anche usando accorgimenti “non convenzionali” e poco farmacologici. Credo che questo progetto Ma-Pi sia molto interessante e di estremo interesse clinico per noi medici.
Occhio alla cena di stasera quindi, e in bocca al lupo con la prova costume!
Buona estate!
Prof. Alessandro D Genazzani
Referenze
- Alemany M. Metabolic Syndrome: a multifaceted disease of affluence. J Endocrinol Metab 2: 155-165, 2012
- Porrata C, Sánchez J, Correa V, Abuín A, Hernández-Triana M, Dacosta-Calheiros RV, Díaz ME, Mirabal M, Cabrera E, Campa C, Pianesi M. Ma-Pi 2 Macrobiotic Diet Intervention in Adults with Type 2 Diabetes Mellitus. MEDICC Rev. 2009 Oct;11(4):29-35.
- Porrata-Maury C, Hernández-Triana M, Rodríguez-Sotero E, Vilá-Dacosta-Calheiros R, Hernández-Hernández H, Mirabal-Sosa M, Campa-Huergo C, Pianesi M. Medium- and Short-TermInterventions withMa-Pi 2 Macrobiotic Diet in Type 2 Diabetic Adults of Bauta, Havana. J Nutr Metab. 2012; 2012: 856342. Published online Oct 14, 2012. doi: 10.1155/2012/856342